Cabochon resinati

Quando viaggio adoro comprare stampi del posto e da un pò avevo questi stampi con motivi dei nativi di epoche passate.

Tra New Mexico e Arizona, durante il viaggio di nozze, ne ho visti tantissimi di questi disegni dal vivo in forma di petroglifi e come disegni su ceramiche come ad esempio qui nel 2009 in New Mexico a Truth Or Consequences nel museo ufficiale dedicato a Geronimo:

Mi sono divertita tantissimo a creare questi cabochon in più passaggi e cotture utilizzando vari pigmenti micacei e a rifinirli con la resina. Ho intenzione di usare gli stessi stampi anche per fare creazioni più rustiche e ispirate alle ceramiche o imitando pietre…le possibilità sono infinite.

Ecco alcune foto dei lavori in corso

I pigmenti bellissimi e super intensi li trovate presso Colorauto2 di Corbetta (MI)

E le spugne texturizzanti specifiche per paste sintetiche per creare il retro come nei miei cabochon li trovate qui: Etsy

La macchina per la pasta – uso e manutenzione

Per quanto invece riguarda la macchina per la pasta da utilizzare con il Fimo…la mia preferita fino ad ora è di fabbricazione italiana: “Marcato Atlas”. 

E’ praticamente indistruttibile e c’è di due misure: 150mm e 180mm. La 180mm permette quindi di fare anche sfoglie molto alte per ricoprire superfici maggiori. Il vantaggio principale per me rimane il fatto che la si può smontare, pulire e rimontare in 5 semplici passaggi e pochi minuti e si può utilizzare con un motore. Questo motore mi rende possibile fare tante cose che altrimenti non riuscirei a realizzare per problemi a spalla e schiena.

Molto spesso mi viene chiesto come pulire la macchina per la pasta, dato che ad ogni passaggio qualche pezzettino di Fimo rimane incastrato nella macchina e sporca la pasta che passa successivamente, un grosso problema sopratutto quando si utilizzano colori chiari o trasparenti.

Purtroppo non tutte le macchine per pasta si possono smontare, men che meno quelle “dedicate” di vari produttori di pasta sintetica, alcune si smontano anche ma poi non si possono rimontare o non combaciano più gli spessori.

Una Atlas Marcato invece si smonta togliendo solo 5 viti e 2 bulloni, qui vi spiego come fare – cliccate sulle foto per ingrandire.

1: Svitate le 4 viti sotto la base

2 – 3: togliete la base

4: ora potete girare la macchina a testa in giù e vedrete le “lame” che sono attaccate ai rulli e sono essenziali per non far tirare la pasta dentro la macchina. Purtroppo sono loro che trattengono pezzi di pasta e che raccolgono tanto sporco.

5: ora giratela sul lato dove si inserisce la maniglia – qui dovrete togliere un’ultima vite, questo ci permette di sollevare questo pannello laterale

6: qui si trovano i due bulloni che dobbiamo svitare per togliere anche il pannello laterale interno

7 – 8: da qui possiamo facilmente sfilare le lame e pulirle – vedete quanta pasta si è incastrata qui dietro? Se ne lasciamo accumulare troppa rischiamo anche di danneggiare le lame impedendo il corretto funzionamento della macchina 

9: io pulisco le lame con fazzoletti umidificati e scottex

10: controllate anche i rulli, anche li un pò di pasta può accumularsi

FATTO! Ora non rimane che riassemblare tutto andando a ritroso: incastrare le lame, mettere il pannello laterale interno, fissare i due bulloni, aggiungere il pannello laterale esterno e fissarlo tramite la vite nera e sottile, aggiungere il fondo e fissarlo con le 4 viti tozze.

Ecco dei video utili per capire meglio quale macchina scegliere, pulizia e manutenzione e come condizionare la pasta:

Playlist su Youtube

Qui una serie di video https://m.youtube.com/playlist?list=PL5lydLnNzsd8rUqU09-osdzO70STRz3bu

Cosa serve per iniziare a creare?

Ovviamente della pasta sintietica, una superficie di lavoro, un forno e…le vostre mani 😃

Tanto per iniziare direi di comprare un paio di colori e di giocarci…prenderci la mano, sentirla, maneggiarla, vedere come risponde…è molto importante CONDIZIONARE la pasta, anche se è gia molto morbida.

Cosa vuol dire “condizionare”? Condizionare la pasta significa manipolarla, schiacciarla, tirarla con un matterello o la macchina per la pasta, ripiegarla e ri-tirarla piu e piu volte per mescolare bene i vari componenti e ottenere una massa omogenea. Per capire quanto ci vuole a condizionare bene la pasta consiglio di mescolare due colori distinti per ottenerne uno nuovo unico: quando i colori saranno perfettamente mescolati la pasta sarà sufficientemente condizionata.

A mio avviso la macchina per la pasta è forse lo strumento più essenziale (subito dopo il forno), sopratutto per chi vuole creare tanto e fare lavori di precisione utilizzando determinate tecniche. E’ vero che quasi tutto si può anche fare a mano, ma con l’ausilio di una macchina si farà molta meno fatica, si risparmierà tempo prezioso e i lavori risulteranno più precisi. 

La macchina per la pasta può essere benissimo anche utilizzata per condizionare con poca fatica. 

Io procedo in questo modo: taglio una fetta di pasta di poco più larga dello spessore massimo della mia macchina, da me è lo spessore n. 1, e passo la pasta nella macchina. Poi stringo di uno spessore e ripasso la sfoglia, senza piegarla, poi ancora stringo di uno, solo a questo punto la piego e inizio di nuovo dallo spessore più largo. Vado avanti cosi 5 – 10 volte e la pasta risulterà gia elastica. Raccolgo le briciole e i pezzetti caduti e impasto per bene. 

Se la pasta è troppo rigida metto anche qualche goccia di Fimo Liquid per impastarla meglio. Esistono vari prodotti e ammorbidenti per farlo. Un’altro prodotto molto noto è il Fimo Mix Quick: un panetto di ammorbidente che non altera i colori e rende più elastica la pasta.

In ogni caso il necessaire del polimerista per me è composto da: 

– macchina per la pasta

– superficie di lavoro: tagliere di vetro o piastrella di ceramica (il legno non è adatto, trattiene lo sporco e impiastra il Fimo, carta e cartone non sono adatti, seccano la pasta, la plastica non è adatta, si corrode a contatto con gli ammorbidenti della Fimo)

– lame per Fimo/Premo/Sculpey ecc (sono molto affilate e più adatte di normali lame da taglierino) – un ago /  rullo acrilico per Fimo /  Fimo Liquido

Ci sono tante cose belle ed utili: formine per biscotti, texture, stampi, attrezzi per scultura…e chi più ne ha più ne metta, ma per iniziare non serve avere TUTTO, bastano davvero le mani e la fantasia.

Ci sono davvero un’infinità di prodotti e attrezzi dedicati. Se volete il mio consiglio cercate le meravigliose texture di Lisa Pavelka, una polimerista bravissima che ha sviluppato tutta una gamma di prodotti da utilizzare con il Fimo  ☺️ o anche Christi Friesen che ha aiutato a sviluppare degli attrezzi per scultura davvero stupendi e vari prodotti come pigmenti e colori antichizzanti.

Prima di comprare qualcosa date un’occhiata nella vostra cassetta degli attrezzi o anche in cucina: spesso ci sono “tesori nascosti”. Potete anche creare degli attrezzi da voi, ad esempio con set base di sgorbie ed una lastra di adigraf si possono fare texture e timbri personalizzati: 

Vorrei dare qualche consiglio pratico, basato sulle domande che le persone mi rivolgono piu frequentemente: 

cosa fare se la pasta che state utilizzando è troppo morbida? Asciugatela! Prendete un foglio di carta bianca da fotocopie e stendetevi la paste per circa 30 minuti. Dovreste riuscire a vedere una macchia come di “unto”. Manipolate la pasta e vedete se è della consistenza desiderata. Se è ancora troppo morbida ripetete con un foglio di carta pulito ma non esagerate per non rendere la pasta fragile o/e troppo secca.

Se invece la pasta risulta troppo dura/sbricicolosa/secca? Essendo la pressione ad ammorbidire la pasta per prima cosa si può prenderla a martellate…poi può aggiungere qualche goccia di Fimo Liquido oppure del Fimo Mix Quick. Potete anche buttare tutto in un frullatore vecchio e fategli fare due giri: troverete la pasta ben mescolata e piu morbida.

Come conservare la pasta? La soluzione ideale per me sono i sacchetti freezer o la pellicola alimentare che NON CONTIENE PVC (cosi non reagisce con gli ammorbidenti della Fimo) inoltre essendo trasparenti posso vedere i colori all’interno 😉 Un’altra ottima soluzione sono i contenitori Ikea SAMLA. 

Come rifinire i pezzi una volta cotti? Il Fimo non necessita di alcuna protezione. Non è necessario verniciarlo. Se desiderate verniciare o dovete proteggere della vernice o dei pigmenti sulla superficie vi consiglio di utilizzare solo vernici apposite per pasta sintetica. Ogni marca produce la propria vernice. Spesso sono utilizzabili anche sulle altre marche, ma non utilizzate MAI altre vernici o addirittura smalto per le unghie perché al 99% diventerà tutto appiccicoso entro 6-12 mesi e si corroderà.

Personalmente prediligo una finitura “naturale” scartavetrando con carta vetrata molto fine e una mola da banco. Inizio a scartavetrare con la grana P600 e arrivo poi fino a P2000 usandola bagnata in una bacinella d’acqua con una goccia di sapone per piatti e poi passo alla mola con dischetto di cotone…è un po’ come lucidare il parquet come concetto…faticoso e laborioso ma ne vale sicuramente la pena! 😊

Ecco un esempio di lucidatura a mano sul cuore vicino ad un cabochon texturizzato con una spugna: una differenza notevole. Potete comprare set di carta vetrata e spugne texturizzanti direttamente QUI

Cicca qui per scoprire tutto su

– Come si cuoce?

Come si cuoce? (cuoce! non cucina!)

Per essere sicuri che il Fimo venga cotto a dovere è importante utilizzare un buon forno che funzioni bene. Potete utilizzare anche il forno di casa. 

Se avete intenzione di cuocere grandi volumi (ad esempio chi fa centinaio di bomboniere) magari conviene prendere un fornetto a parte. Non andate sul risparmio, prendetene uno buono e stabile, meglio se parte non da 100°C ma da 0°C o massimo 60°C cosi se il termostato è tarato male e la temperatura sballa cmq non supererete i 130°C e non brucerete le vostre creazioni. A tal proposito raccomando un termometro da forno, per me strumento fondamentale per sapere quanti gradi ci sono nelle varie zone del vostro forno…si perché, a seconda di dove si trovano le resistenze ci sono zone piu o meno calde; il forno potrebbe anche non essere molto stabile e avere sbalzi di temperatura, ma senza termometro non saprete mai se state cuocendo bene.

E’ molto importante pre-riscaldare sempre il forno. Inserite le vostre creazioni solo quando il forno ha raggiunto i 130°C e rimane fisso e stabile su quella temperatura per almeno 5 – 10 minuti. Anche se fate cose piccole e sottili, io raccomando come tempo ideale almeno 60 minuti e di lasciar raffreddare le creazioni lentamente nel forno spento e chiuso. In questo modo si avrà il massimo rendimento dalla pasta in quanto a flessibilità e stabilità. 

Le diverse marche di pasta riportano sulle confezioni diverse temperature e diversi tempi di cottura. Io raccomando per tutte 130°C per 60 minuti tranne la pasta Kato Polyclay che cuoce tra 150-170°C, motivo per cui non può essere mescolata alle altre paste che se cotte alla temperatura Kato bruciano mentre cuocere la Kato a temperature inferiori risulterebbe estremamente fragile.

Oltre a prestare attenzione alla giusta temperatura aiutandosi con un termometro consiglio anche di schermare le creazioni dal calore diretto e ravvicinato delle resistenze isolandole con della carta stagnola. Appoggiate una vaschetta di alluminio sopra le creazioni e i colori non scuriranno piu del dovuto.

Se il vostro forno non rimane stabile ma si riaccende di frequente, alzando e abbassando la temperatura rischiate che le vostre creazioni non vengano cotte a dovere. Si puo cercare di ovviare al problema inserendo nel forno una piastrella di ceramica o delle pietre. Lasciandole dentro fisse, si scalderanno e tratterranno il calore a lungo stabilizzando cosi la temperatura interna del forno ed evitando frequenti sbalzi.

Ci sono alcune teorie alquanto “fantasiose” (e completamente folli/campate in aria) sulla bollitura del Fimo o la cottura a vapore o bagnomaria…😂 lasciate perdere…chi parla di queste cose non ha evidentemente nemmeno idea di cosa stia parlando, è solo uno spreco di tempo e soldi. Non stiamo parlando di bollire la pasta, fare le verdurine a vapore o friggere la tempura – stiamo parlando di cuocere della ceramica sintetica: ovvero di dar luogo a delle reazioni chimiche…che avvengono solo in determinate condizioni…bollitura, vapore…sauna…non sono metodi di cottura, solo prese in giro. Sotto i 110°C per tot tempo le reazioni che provocano la polimerizzazione e che danno il via a legami stabili non possono avvenire. A 130°C questi legami risulteranno ancora piu stabili.

Visto che molte persone insistono a cuocere il Fimo a 110°C per 20 minuti e poi tolgono immediatamente il Fimo dal forno ho provato a fare alcuni test di confronto…le foto parlano da sole. Se qualcuno continua a dirvi che cuoce per poco tempo e a temperature inferiori o vi prende ingiro o ha il forno che non funziona bene ed in realtà crede di avere 110°C ma ne ha molti di più e/o è un problema di calore diretto troppo intensio per cola di resistenze troppo vicine alla pasta.

Ho fatto delle perle di 1cm di diametro a cui ho dato 10 martellate (per simulare colpi e cadute nel tempo), alcune strisce e rotoli piu o meno sottili che ho piegato piu volte. A sinistra della foto qui sotto vedete i test su pasta di varie marche cotte a 130°C per 60 minuti e a destra a 110°C per 20 minuti soltanto. Giudicate voi: 

Vai a:

Cosa serve per iniziare a creare

Le paste sintetiche sono tossiche???

Spesso la gente mi chiede se il Fimo è “sicuro” o addirittura se è “tossico”…Fimo (e anche altre marche) hanno una certificazione di non tossicità che potete vedere qui sotto.

L’unica accortezza che bisogna avere è di non bruciare le Paste Sintetiche cuocendole a temperature troppo alte dato che il PVC rilascia del fumo che contiene acido cloridrico che è irritante per occhi e respiro. E’ come bruciare un tappo di plastica, per intenderci, nulla di drammatico, nessuno morirà.
In ogni caso è sufficiente non superare i 145°C per non bruciare le paste sintetiche termoindurenti.

Il Fimo non va messo a contatto con il cibo, non perchè vi rilasci magicamente delle sostanze strane, ma perchè ha una superficie porosa in cui possono annidarsi i batteri. 

Conclusione quindi: NO – LE PASTE SINTETICHE NON SONO TOSSICHE

Vai alla prossima spiegazione sulle paste sintetiche:

– quali attrezzi servono

Cosa sono le paste polimeriche termoindurenti? (Paste sintetiche che si cuociono)

LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DEL TESTO E/O DELLE FOTO PRESENTI IN QUESTA PAGINA E’ VIETATA – se volete condividere queste informazioni per favore condividete il link al mio blog direttamente!

Vai direttamente a queste altre pagine:

– le paste sintetiche sono tossiche??

-come si cuoce?

– quali attrezzi servono

– la macchina per la pasta / condizionare la pasta

Che cos’è il “Fimo” e come si lavora?

Chiariamo intanto che “Fimo” è utilizzato come termine improprio perchè di fatto è il nome della prima marca di Ceramica Sintetica (o Pasta Sintetica) sviluppata e messa sul mercato in Germania gia nel secolo scorso.
In realtà sarebbe più giusto parlare di ceramica sintetica termoindurente e ne esistono tantissime marche diverse. Le principali che troviamo abbastanza facilmente nei negozi fisici e online in Italia sono:
– Fimo – Cernit – Premo – Soufflè – Pardo – YouClay – Sculpey

La Ceramica Sintetica è quello che chiamerei l’evoluzione di quella classica. E’ un materiale modellabile termoindurente composto da PVC, pigmenti, riempitivi, ammorbidenti. Esistono varie marche di Ceramica Sintetica adatte a realizzazioni diverse. Fimo è la prima e se volete saperne di piu sulla sua storia in fondo a questa pagina trovate la cronistoria gentilmente messa a disposizione da Staedlter.

Le caratteristiche delle varie marche di ceramica sintetica termoindurente sono simili e devono essere tutte cotte (cotte come la ceramica, non cucinate come i biscotti) per indurire e mantenere permanentemente la forma che gli si da. Una volta cotte non possono piu diventare morbide e lavorabili (ma possono essere intagliate, scartavetrate, trapanate, verniciate…

La maggior parte delle Paste Sintetiche cuoce da 110-130°C ma attenzione che il processo di indurimento inizia già attorno alle 42°C, per cui non esponete mai la pasta ad alcuna fonte di calore, non lasciatela in macchina sotto il sole d’estate…o sarà impossibile utilizzarla.

Quindi…che si puo fare con queste ceramiche sintetiche? Si possono scolpire, intagliare, colorare, mescolare con pigmenti, additivi, glitter e addirittura terriccio per ottenere gli effetti piu svariati. Si possono timbrare, usare con gli stencil, vi si possono incastonare pietre, conchiglie, pezzi di legno, ceramica, vetro e metallo…l’unico limite è dato dalla vostra fantasia e dal fatto che il materiale aggiunto possa andare in forno a 130°C.

Generalmente le varie marche di pasta si suddividono in diverse linee con caratteristiche diverse, ad esempio “Fimo” ha “Fimo Air” (che asicuga all’aria, quindi non centra nulla) e poi come termoindurenti ha “Fimo Kids” adatta a far giocare i bambini, “Fimo Soft” indicata particolarmente per i principianti perchè più morbida”, Fimo Effect” che comprende i metallizzati, semitrasparenti ecc, “Fimo Leather Effect” (che dovrebbe imitare l’aspetto del cuoio) e “Fimo Professional” va a sostituire Fimo Classic: 24 colori base con una gamma chiamata True Colors dai pigmenti puri con cui mescolare con estrema facilità 175 colori diversi seguendo la tabella colori Fimo Professional.

SCARICA QUI LA TABELLA COLORI

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– le paste sintetiche sono tossiche??

Conosciamo gli attrezzi base Makin’s Clay®

Per la pasta Makin’s Clay® ci sono molteplici attrezzi. Oggi voglio parlarvi – ed illustrare come usarli – gli attrezzi base.
La Makin’s Clay® è una pasta polimerica a base acquosa, è bella elastica sia durante la modellazione che dopo l’asciugatura. Dopo l’asciugatura può tranquillamente essere forata, levigata e tagliata.
Prima dell’asciugatura è meglio utilizzare lame in plastica per tagliarle, quelle di metallo tendono ad attaccarsi, la Makin’s ci fornisce tutta una gamma di attrezzi a partire da piano di lavoro antiaderente con linee guida a rullo per sfogliare a lame e taglierine a rotella e attrezzi per modellare:

Il piano di lavoro “Makin’s Professional® Cutting Mat” è disponibile in due misure, ha una comoda griglia per misurare e aiutare a tagliare dritto e anche le angolazioni sono segnate. E’ leggero, rigido e ha la superficie che se rigata o tagliata si rigenera da sola. Il retro è bianco, questo è molto utile per fare le foto alle creazioni 😉

Ecco la “Makin’s Professional® Cutting Mat”, versione piccola e gli attrezzi base

Per sfogliare la pasta esiste una macchina apposita con rulli in teflon che impediscono alla pasta di attaccarsi, se no, semplicemente si può utilizzare il praticissimo rullo:

Per fare bei tagli netti, dritti o seguendo delle linee curve c’è la taglierina rotativa normale e quella a zig-zag/curvata:

Sempre per fare dei tagli, anche semplici e corti abbiamo una punta dei 3 attrezzi base che ha la forma di un coltellino liscio. Oltre a tagliare questo attrezzo è molto utile anche per scolpire ed incidere linee sottili e precise:

L’altra punta di questo attrezzo è leggermente più bombata sotto e arrotondata davanti e permette di lisciare giunture, sfumare la pasta e creare dei segni morbidi e leggermente arrotondati con la parte passa, utilizzato lateralmente permette di incidere segni molto fini e lasciare piccole tracce:

Abbiamo poi un attrezzo sempre a punta bombata ma più affusolata che dall’altra parte ha un piccolo punteruolo, utile per bucare perle, pendenti e fare incisioni molto fini:

L’ultimo attrezzo di questo set ha due punte particolari: una sembra un coltello ed è perfetto per fare delle scaglie di drago! La punta opposta invece è corta, dritta e affilata e utilissima per lisciare parti dritte o fare piccoli tagli netti e precisi: